Costi auto: la disciplina fiscale IVA e imposte dirette

La disciplina legata alla deduzione dei costi auto per imprese, professionisti e agenti e rappresentanti. La detrazione IVA e la disciplina IRAP dei costi auto.

Le spese legate ai costi auto sostenute nell’esercizio di impresa o nell’esercizio di arte o professione sono deducibili ai fini delle imposte dirette secondo quanto disposto dall’articolo 164 del DPR n. 917/86. Per la detrazione dell’Iva, i limiti sono previsti dall’articolo 19-bis 1) del DPR n. 633/72. Di seguito la nostra guida.

In questo contributo andremo ad analizzare la disciplina riguardante la deducibilità dei costi auto sostenuti da imprese e professionisti ai fini della determinazione delle imposte dirette (articolo 164 del DPR n. 917/86), e verificheremo quando prevede la normativa attuale per quanto riguarda la detraibilità dell’Iva (articolo 19-bis 1) del DPR n. 633/72).

Se sei un impresa o un professionista in questo contributo scoprirai come dedurre correttamente il costo relativo agli autoveicoli. Tutte le informazioni utili per conoscere la possibilità di dedurre i costi sostenuti durante l’anno per il tuo autoveicolo nella nostra guida che trovi di seguito.

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IRAP

L’imposta regionale sulle attività produttive, tale imposta va a colpire il valore della produzione netta delle imprese. Si tratta di un’imposta proporzionale al fatturato, e che non colpisce l’utile d’esercizio. Il 90% del gettito ricavato dalla riscossione di questa imposta è destinato a finanziare il fondo sanitario nazionale.

Il presupposto che genera l’obbligazione tributaria è rappresentato dallo svolgimento di un’attività economica, sia essa esercitata in forma autonoma o in forma d’impresa.

Sono tenuti al pagamento dell’IRAP le società di capitali, le società di persone, le imprese individuali, i liberi professionisti, le banche e le assicurazioni. Per quanto riguarda i liberi professionisti, affinché questi siano tenuti al pagamento dell’IRAP la loro attività deve rispondere a determinati requisiti:

  • Deve essere esercitata abitualmente;
  • L’attività deve essere organizzata in modo autonomo e con organizzazione stabile;
  • L’attività deve essere diretta alla produzione o allo scambio di beni o prestazione di servizi.

Essendo un’imposta regionale, bisognerà provvedere al pagamento di tale imposta nella regione in cui viene esercitata l’attività oggetto di tassazione, nel caso in cui l’attività venga svolta in più regioni diverse, l’imposta da pagare sarà ripartita proporzionalmente tra le regioni in questione.

La dichiarazione IRAP deve essere presentata in via telematica attraverso i servizi messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate. Le aliquote base previste per l’IRAP sono:

  • aliquota ordinaria: 3,9%;
  • aliquota per le imprese concessionarie diverse da quelle di costruzione e gestione di autostrade e trafori: 4,20%;
  • aliquota per banche e società finanziarie: 4,65%;
  • aliquota per imprese di assicurazione: 5,90%;
  • aliquota per amministrazioni ed enti pubblici: 8,5%.

Le regioni hanno la possibilità di diminuire e di aumentare tali aliquote fino ad un massimo di 0,92 punti percentuali.

Regime forfettario: come funziona

Leggendo questo articolo troverai informazioni riguardo il regime forfettario partendo dall’apertura fino ad arrivare al pagamento delle tasse, ti illustreremo quali sono i requisiti per accedere a questo regime agevolato, come si fanno le fatture e quali sono i costi che dovrai affrontare. Troverai inoltre tutti i vantaggi, come ottenerli e degli esempi pratici per capire quante tasse pagherai nel regime forfettario.

Il regime forfettario è un regime fiscale introdotto per venire incontro ai lavoratori autonomi con un volume d’affari e un reddito limitato e per agevolare l’apertura di nuove attività con Partita IVA. Questo regime si adatta perfettamente alle nuove attività di lavoro autonomo grazie ad una imposizione fiscale agevolata che risulta essere la migliore presente nel panorama fiscale italiano e che permette alle nuove attività di iniziare il proprio percorso con dei costi limitati.

In regime forfettario è molto conveniente anche per le attività già in corso, che, se rientrano nei requisiti previsti, possono pagare meno tasse rispetto alla tassazione ordinaria.

Oltre che dal punto di vista dei costi, il regime forfettario permette di usufruire di vantaggi relativamente agli adempimenti amministrativi rendendo più snella la gestione burocratica della tua attività e vantaggi di tipo competitivo  (non dovrai applicare l’IVA) che permettono l’entrata e il posizionamento sul mercato più semplice.

Per accedere e mantenere questo regime di vantaggio sono previsti dei limiti di guadagno e altri requisiti che prevedono delle verifiche annuali dei requisiti. La perdita dei requisiti determina la fuoriuscita dal regime nell’anno successivo e il passaggio al regime ordinario con i conseguenti adempimenti burocratici oltre che il passaggio alla tassazione IRPEF ordinaria.

Requisiti regime forfettario 2022: come accedere e mantenerlo

Ora parleremo dei requisiti richiesti per accedere e mantenere il regime forfettario per poi scoprire grazie ad un semplice test se puoi adottarlo anche tu.

Il primo requisito da considerare riguarda il superamento del limite di 65.000€ di compensi incassati. Se superi questa soglia durante l’anno puoi dire addio al regime forfettario a partire dall’anno solare successivo.

E’ importante considerare che il limite di 65.000€ deve essere riproporzionato ai giorni di attività dalla data dell’apertura della Partita IVA e che vengono considerati solo i compensi incassati.

Facciamo un esempio pratico per spiegare meglio la casistica:

Esempio 1) anno intero

Partita IVA Aperta come Web Designer in data 1 Gennaio 2021 e ancora aperta al 31 Dicembre 2021: vale il limite dei 65.000€

Esempio 2) apertura partita IVA in corso d’anno

Partita IVA aperta come Avvocato in data 1 Settembre e ancora aperta al 31 Dicembre il limite da tenere in considerazione non è più 65.000 €  ma questo va riproporzionato per i giorni di effettiva attività.

Considerando che:

  • 65.000€ è il limite massimo previsto dal Regime Forfettario
  • 365 è il numero di giorni dell’anno
  • 122 è il numero di giorni di effettiva attività

limite da considerare è calcolato nel seguente modo:

(65.000€/365)x122= 21.726 €

Quindi il limite da tenere in considerazione in questo caso è di 21.726 euro.

Il secondo requisito è legato al percepimento di redditi da lavoro dipendente.

Hai un reddito da lavoro dipendente ma vuoi anche aprire una Partita IVA per svolgere un’attività di lavoro autonomo in regime forfettario? Non ci sono problemi, puoi farlo, ecco come:

Per adottare il regime forfettario il reddito annuo lordo (conosciuto anche come RAL) che trovi sul tuo contratto di lavoro dipendente non deve superare i 30.000€. In questo caso non è necessario fare calcoli per riproporzionare l’importo in base ai mesi di contratto ma ricordati che dovrai considerare anche i premi di risultato per verificare il superamento di questo limite. Questa regola non viene applicata se termini il rapporto di lavoro e non ne intraprendi uno nuovo prima di fine anno .

Rimaniamo in tema di Partita IVA e lavoro dipendente per evidenziare che nonostante sia possibile mantenere anche un rapporto di lavoro subordinato in parallelo con la propria attività di lavoro autonomo, non è consentito, ai fini del mantenimento del regime forfettario, fatturare in misura prevalente al proprio datore di lavoro o ad un ex datore di lavoro con il quale il rapporto è terminato da meno di due anni.

Nella pratica vuol dire che se la somma delle fatture che hai emesso verso il tuo datore di lavoro o  il tuo ex datore di lavoro superano il 50% dei tuoi compensi dovrai abbandonare il regime forfettario a partire dall’anno successivo.

Inoltre se avrai bisogno di collaboratori per la tua attività è necessario sapere che ai fini del mantenimento del regime forfettario  i compensi erogati ai tuoi collaboratori (subordinati o parasubordinati) non devono superare i 20.000 € lordi.

Costituisce causa di esclusione la partecipazione in società di persone (Ss, Sas  e Snc) e imprese familiari.

Riguardo invece le società di capitali (SPA, SRL e SAPA). Se hai partecipazioni di controllo diretto o indiretto in società che svolgono attività riconducibile alla tua, per evitare di essere escluso dal regime forfettario non devi emettere fatture verso queste società per più del 50% del tuo fatturato totale.

Nella pratica vuol dire che se ad esempio sei un consulente di web marketing e hai partecipazioni maggioritarie dirette (possiedi il 50% delle quote societarie) o indirette (tu possiedi il 20% e i tuoi genitori possiedono il 35% > totale 55%) che ti permettono di esercitare il controllo sulle decisioni di una società di capitali che svolge attività nel tuo stesso ambito, le eventuali fatture che emetti verso questa società non devono superare la metà dei tuoi compensi totali, pena l’esclusione dal regime forfettario.

Ora passiamo al pratico! Scopri se hai i requisiti per accedere al regime forfettario nel 2022 seguendo questo semplice test.

Se la risposta ad una delle domande è SI, potresti essere escluso dal regime forfettario, ma per sicurezza visto i tanti casi particolari, ti sarà utile chiedere una consulenza specifica per il tuo caso, puoi farlo qui

Sei residente all’estero? SI/NO

L’anno scorso hai incassato fatture per più di 65.000€? SI/NO

L’anno scorso hai percepito un reddito da lavoro dipendente superiore a 30.000€ lordi? SI/NO

L’anno scorso hai acquisito quote di una società di persone? SI/NO

Lo scorso anno hai emesso fatture a SRL di cui sei socio o di cui sono soci tuoi parenti? SI/NO

Lo scorso anno hai emesso fatture ad un tuo vecchio datore di lavoro? SI/NO

Se hai risposto NO a tutte le precedenti domande possiamo dire che hai già un piede nel regime forfettario.

Per poter valutare al meglio il tuo caso in tutti i dettagli ti consigliamo di prendere un appuntamento per una consulenza gratuita con i nostri esperti che sapranno consigliarti entrando nello specifico della tua situazione.

Vantaggi regime forfettario

Finora abbiamo parlato del regime forfettario come un regime fiscale ampiamente vantaggioso, ma quali sono nella pratica i reali vantaggi che puoi ottenere adottando questo regime per la tua attività?

Ora scoprirai tutti i possibili vantaggi che puoi trarre dall’applicazione del regime forfettario.

Innanzitutto parliamo di un regime a tassazione agevolata che prevede l’applicazione di un’imposta sostitutiva  del 5%, per un massimo di 5 anni, in caso di nuove attività o del 15% per le attività già esistenti. Queste percentuali a differenza dell’imposizione ordinaria (IRPEF) si applicano senza mai variare qualunque sia il volume dei compensi incassati.

L’imposta sostitutiva è un imposta che viene applicata ad alcuni redditi in sostituzione dell’imposta ordinaria a cui quei redditi avrebbero dovuto essere assoggettati. In questo caso l’imposta ordinaria sostituita è l’IRPEF.

Considerando che la tassazione ordinaria è strutturata a scaglioni di reddito e parte da una percentuale minima del 23% che si incrementa all’aumentare del reddito è intuitivo capire che il regime forfettario offre un grande vantaggio da questo punto di vista soprattutto se parliamo di attività di nuova apertura.

Il regime forfettario ha inoltre introdotto il concetto di coefficiente di redditività, ovvero una percentuale che viene assegnata in base alla tipologia della tua attività (individuata con i cosiddetti codici ATECO) e determina la percentuale dei compensi sulla quale devono essere calcolate le tasse.

Ora vediamo insieme come funziona questo meccanismo, non preoccuparti se ti sembra complesso perché con l’esempio successivo ti sarà tutto più chiaro.

Attraverso i coefficienti di redditività lo Stato individua in modo forfettario le spese presunte di ogni attività che non andranno conteggiate ai fini delle tasse. Ciò vuol dire che anche se non hai costi legati alla tua attività verrà sottratta una percentuale fissa dai tuoi ricavi che non verrà tassata. Questo vantaggio si concretizza in modo più evidente soprattutto per coloro che hanno pochi costi legati alla propria attività e che quindi in un regime ordinario avrebbero poche spese da “scaricare”.

Facciamo un esempio così da capire facilmente come funziona.

Immaginiamo che tu voglia intraprendere l’attività di fotografo, il coefficiente di redditività legato alla tua attività è del 78%. Il restante 22%(100-78=22) viene considerato dallo Stato come costi legati alla tua attività (anche se tu non ne hai o ne hai di meno/di più). Quindi le tasse verranno calcolate sul 78% del totale da te incassato.

Un altro vantaggio del regime forfettario è quello competitivo grazie alla mancata applicazione dell’IVA in fattura. Ciò significa che i prezzi che hai deciso per i tuoi prodotti o i tuoi servizi non dovranno essere maggiorati dell’imposta sul valore aggiunto (IVA), che normalmente  equivale al 22%.  Ciò permette alle nuove attività di posizionarsi sul mercato con i propri prodotti adottando prezzi convenienti senza importanti rinunce dal punto di vista dei ricavi.

Ad esempio:

Marco applica il regime ordinario, il prezzo del suo prodotto è di 22€, dovrà venderlo al suo cliente a 26,84 € ovvero 22€ + 22% di IVA.

Tu che applichi il regime forfettario potrai vendere il tuo prodotto semplicemente a 22 €

I clienti, percependoti come più economico, sceglieranno te piuttosto che Marco.

Non dover applicare l’IVA in fattura, non solo costituisce un vantaggio competitivo ma anche un vantaggio in termini di adempimenti amministrativi in quanto non sarà necessario effettuare la dichiarazione IVA e il versamento trimestrale.

Ora che conosci tutti i vantaggi che offre il regime forfettario puoi scoprire come sfruttarli al meglio per la tua attività chiedendo una consulenza gratuita ad AG Advisory che ti darà tutti i dettagli basati sul tuo caso specifico.

Tassazione regime forfettario: come funziona e costi

Siamo arrivati all’argomento più interessante che risponde alla domanda che sicuramente ti sarai posto molte volte : quante tasse pagherò se inizio la mia attività con una Partita IVA in regime forfettario? Nei prossimi paragrafi troverai la  risposta.

Differenza tra tasse e contributi previdenziali

Prima di passare ai calcoli è opportuno fare chiarezza specificando che oltre alle tasse (di cui abbiamo già parlato nei paragrafi precedenti), aprendo un’attività di lavoro autonomo,  dovrai pagare anche i contributi previdenziali.

I contributi previdenziali sono i soldi che devi versare alla cassa previdenziale per creare la tua pensione.

La percentuale contributiva da versare annualmente viene determinata da ogni cassa previdenziale e può prevedere delle agevolazioni per i giovani e/o chi sta iniziando la propria attività da lavoratore autonomo e per coloro che svolgono in parallelo un’attività di lavoro subordinato.

Allo stesso modo ogni cassa previdenziale prevede diverse scadenze per l’invio della dichiarazione contributiva e il pagamento dei contributi previdenziali in forma di saldo e acconto. Non preoccuparti, in seguito faremo degli esempi in base alle varie casse previdenziali e potrai comprendere meglio la differenza.

Riassumendo, i contributi previdenziali sono i soldi  che versi (all’INPS o ad altra cassa previdenziale specifica) per la tua futura pensione, mentre le tasse sono una percentuale del tuo guadagno che versi allo Stato per contribuire alle spese per l’erogazione dei servizi utili alla collettività (come polizia, giustizia, illuminazione e manutenzione delle strade etc.)

Calcolo tasse regime forfettario

Come si calcolano le tasse in regime forfettario? Per rispondere a questa domanda dobbiamo richiamare il concetto di Coefficiente di Redditività visto nei paragrafi precedenti,  che risulta fondamentale per il calcolo dell’imposta sostitutiva.

Per procedere ci servirà sapere:

  1. il coefficiente di redditività legato al codice ATECO dell’attività scelta (consulta la tabella dei coefficienti di redditività per verificare quello legato al tuo ATECO)
  2. quanto hai incassato durante l’anno
  3. l’importo dei contributi che hai pagato l’anno precedente (se è il primo anno di attività, questo punto non è necessario)

Una volta raccolti tutti i dati possiamo passare al calcolo punto per punto:

Prendiamo di nuovo come esempio il nostro fotografo.

1) Moltiplichiamo l’importo degli incassi per la percentuale del coefficiente di redditività, che in questo caso corrisponde al 78%, ottenendo l’imponibile lordo

Il fotografo ha incassato 10.000€, lo moltiplico per il mio coefficiente di redditività (78%)

10.000€*78%=7.800 € questo è l’imponibile lordo

2) Sottraiamo dall’imponibile lordo i contributi previdenziali versati l’anno precedente ottenendo quello che viene chiamato imponibile netto

7.800€ – 1000€= 6.800€ questo è l’imponibile netto

3) Moltiplica l’imponibile netto per la percentuale di tassazione del 5% o del 15% a seconda che tu abbia aperto una nuova attività o abbia solo cambiato regime fiscale con una partita IVA già esistente. In questo modo otterrai l’importo delle tasse da pagare

6.800€*5%=340 € importo del saldo delle tasse da pagare

I contributi da versare si calcolano come segue: 

prendiamo  l’imponibile (ottenuto applicando il coefficiente di redditività) e lo moltiplichiamo per la percentuale contributiva GS INPS prevista per il 2022 ottenendo così l’importo da versare come saldo contributi previdenziali per il 2022

7.800*26,49%= 2.66,22 € contributi a saldo 2022

Calcolo contributi previdenziali regime forfettario

Il regime forfettario prevede delle riduzioni relativamente al pagamento dei contributi previdenziali della cassa Artigiani e Commercianti. La minor percentuale di contributi previdenziali da pagare è stabilita con una percentuale del 35%. Al fine di poter accedere a questa agevolazione è necessario presentare domanda all’INPS tramite apposita procedura online.

E’ importante sottolineare che la riduzione del pagamento dei contributi incide poi sulla somma accantonata ai fini della pensione. Nella pratica un accantonamento minore di contributi andrà ad incidere sulla tua pensione futura.

Costi aggiuntivi regime forfettario

Fin qui abbiamo visto i costi che dovrai sostenere in termini di tasse e contributi. Ora ti chiederai: ci sono altri costi che devo conoscere prima di intraprendere la mia avventura nel mondo della Partita IVA?

La risposta dipende dall’attività che intendi intraprendere. Se hai intenzione di aprire un’attività che richiede l’apertura di una ditta individuale (ad esempio un e-commerce o vuoi fare la parrucchiera) devi tenere conto dei costi delle pratiche di apertura ditta e comunicazione agli enti competenti, solitamente intorno ai 200€ per partire.  Indipendentemente dall’attività che svolgi dovrai rivolgerti ad un commercialista per la compilazione e l’invio della dichiarazione dei redditi oltre che per chiedergli consulenza e per ottenere informazioni in merito alle novità fiscali e agli eventuali bonus o agevolazioni a cui puoi accedere.

A tale proposito devi sapere che AG Advisory, oltre a mettere a disposizione un portale per gestire la tua fatturazione e dei tuoi adempimenti  e tenere sotto controllo la previsione delle tue tasse ,in  modo semplice e intuitivo, ti offre il supporto di un consulente fiscale dedicato e la dichiarazione dei redditi. Scopri la nostra offerta nei dettagli prenotando una consulenza gratuita con i nostri esperti.

Regime forfettario: cosa si può scaricare?

Un’altra domanda molto comune che ci si pone aprendo un’attività in partita IVA è: posso scaricare i costi della mia attività? O più in generale: cosa posso scaricare con la mia partita IVA? Nei paragrafi precedenti abbiamo parlato di coefficiente di redditività, questo concetto sta alla base del regime forfettario perché, come dicevamo con questo meccanismo vengono determinati forfettariamente i costi che si possono “scaricare” e che di conseguenza non vengono considerati ai fini del calcolo delle tasse.

Proprio perché viene applicato il principio di determinazione dei costi in modo forfettario non conta che tu non abbia effettivamente sostenuto delle spese per la tua attività perché al fine del calcolo delle tasse verrà sottratta una percentuale fissa determinata in base al tuo settore di riferimento. Unica eccezione viene fatta per i contributi previdenziali che, come abbiamo visto nell’esempio del calcolo delle tasse, vengono sottratti dalla base imponibile sul quale si applica la percentuale d’imposta. Quindi se adotti il  regime forfettario non sarà necessario farti fare la fattura per l’acquisto degli strumenti utili per lo svolgimento tua attività perché non puoi “scaricare” questi costi.

Siamo arrivati alla fine di questo percorso di conoscenza del regime forfettario. Hai appreso i concetti di base per poterti orientare in questo regime ma ricordati che  per fare le scelte più adatte alla tua attività e per sfruttare al meglio le opportunità che questo regime di vantaggio mette a disposizione è opportuno fare un approfondimento con un esperto del settore.

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Quali Sono I Soggetti Esclusi O Esonerati Alla Presentazione Della Dichiarazione Dei Redditi?

In determinate situazioni non è necessaria la presentazione della dichiarazione dei redditi. Dobbiamo distinguere:

  • Il contribuente, che non possa utilizzare il Mod. 730 ma sia tenuto alla presentazione del Mod. REDDITI (sogg. escluso);
  • Il contribuente che non sia tenuto alla presentazione della dichiarazione dei redditi (sogg. esonerato).

La dichiarazione dei redditi, deve comunque, essere presentata anche nel caso in cui:

  • Le addizionali IRPEF non sono state trattenute o trattenute in misura inferiore a quanto dovuto;
  • Sono stati percepiti esclusivamente redditi che derivano dalla locazione di fabbricati per i quali si è optato per la cedolare secca.

Soggetti Esclusi Alla Presentazione Del Mod. 730

I contribuenti che nel 2021, hanno percepito i redditi indicati nell’elenco sottostante, non possono avvalersi dell’assistenza fiscale e sono pertanto tenuti alla presentazione del Mod. REDDITI:

  • Derivanti dalla produzione di “agroenergie” oltre i limiti previsti;
  • Derivanti dall’esercizio di impresa o dalla partecipazione in società di persone;
  • Di lavoro autonomo per i quali è richiesta la Partita IVA e per i quali si applica l’art. 50 TUIR (soci di cooperative artigiane);
  • Diversi non compresi tra quelli che possono essere dichiarati nel quadro D, righi D4 e D5.
RedditiDevono essere dichiarati nel Quadro:
Redditi d’impresaRF o RG del Mod. REDDITI
Di partecipazioneRHd del Mod. REDDITI
Arti e professioni (P. IVA)RE del Mod. REDDITI
Altri redditi non compresi nei righi D4 e D5 quadro DRL del Mod. REDDITI

Inoltre, non possono utilizzare, il Mod. 730, i soggetti che:

  • Sono tenuti a presentare anche una tra le dichiarazioni IVA, IRAP, sostituti d’imposta (Mod. 770);
  • Mancata residenza in Italia nel 2020 e/o nel 2021;
  • Obbligati alla tenuta delle scritture contabili;
  • Hanno realizzato, nel 2021, plusvalenze derivanti dalla cessione di:
    • partecipazioni qualificate e non qualificate;
    • partecipazioni non qualificate in imprese o enti residenti o localizzati in Stati o territori che hanno un regime fiscale privilegiato, i cui titoli non sono negoziati in mercati regolamentati;
  • Hanno percepito nel 2021 come soggetti beneficiari, redditi derivanti da trust;
  • Utilizzano crediti d’imposta per redditi prodotti all’estero diversi da quelli di cui al Rigo G4.

Soggetti Esonerati Alla Presentazione Del Mod. 730

Sono esonerati dalla presentazione della dichiarazione dei redditi, i soggetti che nel 2021, hanno percepito esclusivamente:

  • Redditi da abitazione principale, pertinenze e altri fabbricati non locati, qualora, il fabbricato non locato sia situato nello stesso comune dell’abitazione principale non trova applicazione l’esonero;
  • Redditi da lavoro dipendente o pensione da un solo sostituto d’imposta;
  • Redditi derivanti da rapporti di lavoro parasubordinato, come contratti di collaborazione coordinata e continuativa o contratti di lavoro a progetto;
  • Esclusivamente redditi esenti, come borse di studio, rendite erogate dall’Inail per invalidità permanente o morte, pensioni di guerra, pensioni privilegiate ordinarie corrisposte ai militari di leva, indennità di accompagnamento, invalidi civili, pensioni civili;
  • Redditi soggetti ad imposta sostitutiva come gli interessi sui Bot e sugli altri titoli di Stato;
  • Soltanto Redditi soggetti a ritenuta alla fonte a titolo d’imposta, come le indennità erogate ai lavoratori socialmente utili o gli interessi che derivano dai conti correnti bancari o postali;
  • Soltanto redditi da lavoro dipendente anche corrisposti da più soggetti, ma conguagliati dall’ultimo datore di lavoro;
  • Solo redditi di pensione;
  • Redditi dei fabbricati derivanti dal possesso dell’abitazione principale;
  • Solo redditi soggetti ad imposta sostitutiva diversi da quelli soggetti a cedolare secca.
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Tipologie Reddituali Ammesse Nel Modello 730

Per presentare il Modello 730, il soggetto interessato deve possedere, per il 2021, le tipologie reddituali che possono essere dichiarate nel Modello 730, ossi, redditi di:

  • Terreni e fabbricati;
  • Lavoro dipendente e assimilati (es. contratti di lavoro a progetto);
  • Di capitale;
  • Lavoro autonomo, per i quali non è richiesta la Partita IVA, (es. prestazioni di lavoro autonomo occasionale);
  • Redditi occasionali derivanti da attività commerciali;
  • Indennità di trasferta e rimborsi forfettari di spesa, premi e compensi, erogati nell’esercizio di attività sportive dilettantistiche;
  • Redditi diversi (es. redditi di fabbricati situati all’estero);
  • Redditi assoggettabili a tassazione separata, (sez. II, quadro D)

Redditi Non Dichiarabili Nel Modello 730/2022

In alcune ipotesi, la presenza di redditi che non possono essere dichiarati nel Mod. 730, es. plusvalenze e/o minusvalenze, investimenti o attività all’estero, non preclude l’utilizzo della dichiarazione semplificata.

In queste ipotesi, è possibile presentare il Mod. 730, con l’aggiunta dei quadri del Mod. Redditi, nei modi e nei termini previsti per tale modello.

Redditi Assoggettati A Tassazione Separata: Quadro Rm

Devono presentare il Mod. REDDITI, quadro RM, in aggiunta al Mod. 730, i contribuenti che nel 2021, hanno:

  • Percepito redditi di capitale di fonte estera, sui quali non siano state operate le ritenute a titolo d’imposta nei casi previsti dalla normativa italiana, oppure, interessi, premi, e altri proventi delle obbligazioni e titoli similari, pubblici e privati, per i quali non sia stata applicata l’imposta sostitutiva;
  • Hanno percepito indennità di fine rapporto da soggetti che non rivestono la qualifica di sostituto d’imposta;
  • Percepito proventi derivanti da depositi a garanzia per i quali è dovuta un’imposta sostitutiva pari al 20%;
  • Hanno provveduto alla rivalutazione del valore dei terreni;
  • Hanno percepito redditi derivanti dall’attività di noleggio occasionale di imbarcazioni e navi da riporto assoggettati ad imposta sostitutiva del 20%.

I contribuenti che presentano il Mod. 730/2022 ed il quadro RM del Mod. Redditi 2022 PF, non possono optare per la tassazione ordinaria per alcuni redditi da indicare nel quadro RM.

Plusvalenze E Minusvalenze: Quadro Rt

Oltre al Mod. 730, il contribuente deve presentare il quadro RT, Mod. Redditi 2022 PF, se ha conseguito:

  • Plusvalenze, derivanti da partecipazioni qualificate e non qualificate, ad esclusione di quelli derivanti dalla cessione si partecipazioni non qualificate in imprese o enti residenti o localizzati in Stati o territori che hanno un regime fiscale privilegiato, i cui titoli non sono negoziati in mercati regolamentati ed altri redditi diversi di natura finanziaria, se non hanno optato per il regime amministrato o gestito;
  • Minusvalenze, sia di partecipazioni qualificate che non qualificate e perdite relative a rapporti da cui derivano altri redditi diversi di natura finanziaria ed intendono riportarle negli anni successivi.

Il Quadro RT deve essere presentato per indicare i dati relativi alla rivalutazione del valore delle partecipazioni societarie operate nel 2021.

Investimenti O Attività All’estero: Quadro Rw

Oltre a presentare il Mod. 730, devono compilare il Quadro RW, mod. REDDITI, i contribuenti che nel 2021, hanno detenuto investimenti o attività di natura finanziaria all’estero.

Il quadro RW deve inoltre essere presentato dai contribuenti proprietari o titolari di altro diritto reale su immobili situati all’estero o che possiedono attività finanziarie all’estero, per il calcolo delle imposte (IVIE e IVAFE).

L’art. 19, co. da 13 a 23, del D.L. n. 201/2011, ha introdotto a carico delle persone fisiche residenti, un’imposta di natura “patrimoniale”, sul valore:

  • Degli immobili, terreni o fabbricati, a qualsiasi uso destinati, detenuti all’estero, da persone fisiche residenti a titolo di proprietà o altro diritto reale (IVIE);
  • Delle attività finanziarie detenute all’estero, da persone fisiche residenti (IVAFE).

Dal 2021, l’IVIE e IVAFE, sono dovute anche dagli enti commerciali e dalle società semplici/equiparate, che detengono, anche indirettamente, immobili e attività finanziarie all’estero.

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Soggetti Obbligati A Presentare Il Modello 730/2022

Possono utilizzare il Modello 730, i contribuenti:

  • Pensionati o lavoratori dipendenti, compresi i lavoratori italiani che operano all’estero per i quali il reddito è determinato sulla base della retribuzione convenzionale definita annualmente con apposito Decreto;
  • Persone che percepiscono indennità sostitutive di reddito di lavoro dipendente, es. integrazioni salariali, indennità di mobilità;
  • Soci di cooperative di produzione e lavoro, di servizi, agricole e di prima trasformazione dei prodotti agricoli e di piccola pesca;
  • Sacerdoti della chiesa cattolica;
  • Giudici costituzionali, parlamentari nazionali e altri titolari di cariche pubbliche elettive (consiglieri regionali, provinciali e comunali, etc..).
  • Persone impegnate in lavori socialmente utili;
  • Lavoratori con contratto a tempo determinato per un periodo inferiore all’anno, che possono rivolgersi:
    • Al sostituto d’imposta, se il rapporto di lavoro dura almeno da aprile a luglio;
    • Ad un professionista abilitato od un CAF, se il rapporto di lavoro, dura almeno da giugno a luglio dell’anno, e si conoscono i dati del sostituto d’imposta che effettua i l conguaglio.
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AG Advisory offre un servizio professionale, anche in modalità online, di elaborazione e invio telematico della dichiarazione dei redditi, sia 730 che modello Redditi a partire da 50 euro (730), IVA inclusa.


E’ consigliato, per la raccolta dettagliata della documentazione online, un accesso allo SPID personale.


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Dichiarazione Dei Redditi Mediante Il Modello 730

I soggetti obbligati a presentare il Modello 730 sono i contribuenti che, hanno posseduto durante il 2021, uno dei redditi indicati dall’art. 6 del TUIR, se hanno i requisiti per presentare il Modello 730 o per presentare il Modello REDDITI.

Quindi soltanto alcune categorie di contribuenti, sono soggetti obbligati a presentare il Modello 730.

In linea generale, sono soggetti obbligati a presentare il Modello 730:

  • Coloro che hanno un sostituto d’imposta che effettui le operazioni di conguaglio e presentano per l’anno di riferimento del modello, tipologie reddituali del Mod. 730;
  • Coloro che non hanno un sostituto d’imposta che effettui le operazioni di conguaglio, e per l’anno di riferimento:
    • Presentano redditi di lavoro dipendente o assimilato;
    • Presentano tipologie reddituali dichiarabili nel Modello 730.

Con la dichiarazione dei redditi i contribuenti presentano, tutte le somme percepite nel corso del periodo d’imposta di riferimento ma non solo.

L’Agenzia delle Entrate mette a disposizione, il Modello 730 precompilato, a cui si accede utilizzando il codice Pin dei servizi telematici, SPID o CIE (carta di identità elettronica) o utilizzando anche le credenziali dispositive rilasciate dall’INPS o una Carta nazionale dei servizi.

La dichiarazione dei redditi precompilata è, sostanzialmente, una semplificazione per tutti i contribuenti. All’interno della dichiarazione ci sono già molti dati, come redditi, deduzioni e detrazioni. Naturalmente, non tutto è inserito in modo corretto.

Per questo motivo è consigliabile comunque avvalersi di un soggetto esperto, come un Commercialista, per la presentazione del modello. In questo modo eviterai di commettere errori e potrai adempiere in modo semplice ai tuoi obblighi fiscali.

Il Modello 730 precompilato sarà disponibile dal 30 aprile 2022, per le modifiche, l’accettazione e l’invio ci sarà, invece, tempo fino al 30 settembre 2022.

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Differenze tra il modello 730 e il modello REDDITI PF

La dichiarazione dei redditi, attraverso il modello 730 o il modello Redditi Persone Fisiche, è lo strumento che permette al contribuente di indicare all’Amministrazione finanziaria quali sono stati i suoi redditi.

lavoratori dipendenti e i pensionati con redditi da lavoro dipendente, pensione e alcuni redditi diversi possono presentare il Modello 730/2022, gli altri soggetti e i contribuenti non residenti fiscalmente in Italia nell’anno d’imposta e/o nell’anno di presentazione della dichiarazione dei redditi presentano il modello REDDITI PF. I coniugi possono presentare il modello 730 in forma congiunta.

Il Modello 730 ed il Modello Redditi sono usati da soggetti diversi, e anche i termini di presentazione sono diversi:

  • la scadenza per la presentazione del Modello 730 è il 30 settembre, può essere presentata direttamente online o rivolgendosi a Centri di assistenza fiscale (Caf), professionisti abilitati o al sostituto d’imposta (cioè al proprio datore di lavoro);
  • la scadenza per la presentazione del Modello Redditi PF è il 30 novembre, può essere presentato online o rivolgendosi a Centri di assistenza fiscale (Caf), professionisti abilitati.

AG Advisory offre un servizio professionale di elaborazione e invio telematico della dichiarazione dei redditi, sia 730 che modello Redditi a partire da 50 euro ( 730/2022) IVA inclusa.

E’ consigliato, per la raccolta dettagliata della documentazione online, un accesso allo SPID personale.

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